Il recente decreto legislativo n. 110/2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introduce importanti novità nel sistema nazionale della riscossione. La riforma mira a risolvere le criticità emerse negli ultimi anni e a rendere più efficiente la gestione dei crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
La riforma della riscossione, approvata dal Consiglio dei Ministri e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, è entrata in vigore con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del recupero dei crediti pubblici. Tra le principali novità, vi è la nuova procedura di discarico, che prevede la restituzione automatica dei crediti non riscossi entro cinque anni dall’affidamento. Inoltre, sono stati ampliati i criteri di impugnabilità del ruolo e della cartella di pagamento, permettendo ai contribuenti di contestare direttamente le iscrizioni a ruolo in determinate circostanze.
Dal 1° gennaio 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà notificare tempestivamente le cartelle di pagamento entro nove mesi dall’affidamento del carico, garantendo così una gestione più rapida ed efficace dei crediti. La riforma introduce anche nuovi piani di dilazione, con un aumento graduale del numero di rate ottenibili fino a un massimo di 120, a seconda della situazione economica del contribuente.
Infine, la riforma prevede una maggiore responsabilizzazione degli enti pubblici nella gestione dei crediti più complessi, lasciando all’Agenzia delle Entrate-Riscossione il compito di concentrarsi sui carichi con maggiori possibilità di recupero. Questo approccio mira a ridurre l’accumulo di crediti inesigibili e a migliorare l’efficacia complessiva del sistema di riscossione.