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OIC propone drastica semplificazione negli obblighi di reporting sulla sostenibilità
L’OIC con comunicato stampa del 4 febbraio 2025 sostiene che i report di sostenibilità europei debbono essere drasticamente semplificati e migliorati nella loro efficacia comunicativa, concentrando gli obblighi informativi richiesti alle aziende, soprattutto alle PMI che rappresentano la parte preponderante del tessuto economico italiano ed europeo, agli aspetti ESG davvero essenziali
OIC fa presente che a livello europeo, sono già stati pubblicati gli atti delegati relativi ai primi 12 standard applicativi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) mentre sono ancora in corso i lavori anche sugli standard settoriali. Quelle regole sono entrate formalmente in vigore già nel 2024 per le imprese più grandi del continente. Ma la marcia procede a singhiozzo. Innanzitutto, perché alcuni paesi dell’Unione (non l’Italia) debbono ancora recepire la CSRD, benché il termine per farlo sia scaduto nel luglio dello scorso anno. E poi perché la Commissione Europea, consapevole della complessità operativa degli adempimenti, ha già annunciato un progetto di semplificazione da incardinare in un “regolamento omnibus” che dovrebbe riguardare modifiche non solo alla CSRD ma anche sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) e sul regolamento Tassonomia.
L’intervento correttivo deve essere radicale risolvendosi, appunto, in una decisa e sostanziale semplificazione degli obblighi informativi richiesti alle imprese, soprattutto alle PMI, e, allo stesso tempo, in una riduzione dei costi di compliance. Le già menzionate finalità, peraltro, sono coerenti con l’esigenza di un miglioramento della qualità dell’informazione stessa, perseguita dall’OIC: una disclosure sintetica, diretta, essenziale assicura, infatti, una migliore capacità informativa del bilancio di sostenibilità.
L’Organismo italiano di Contabilità propone l’introduzione di una categoria di “mid-companies”, la cui soglia di delimitazione con il comparto large, coerentemente con quanto previsto dalla direttiva CSDDD, sia indicativamente di 1000 dipendenti e 450 milioni di euro di ricavi. Inoltre, sollecita il posticipo dell’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione per le imprese diverse da quelle grandi, già sottoposte alla nuova disciplina, con particolare riferimento al comparto delle midcompanies per il tempo necessario alla formulazione di standard semplificati, nonché la sospensione, almeno nel breve termine, dei lavori sugli standard settoriali.
Le proposte di modifica dell’OIC non si limitano a quanto sopra. Infatti, l’organismo propone anche di rimettere in discussione i due capisaldi sui quali è stata costruita in questi anni in Europa la disciplina della sostenibilità: la cosiddetta “doppia materialità” e l’estensione degli obblighi di reporting all’intera “catena del valore” aziendale.