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Il pagamento effettuato dal general contractor in un cantiere di superbonus è sufficiente a superare i limiti indicati dalla legge per le Cilas dormienti. Questa interpretazione estensiva è contenuta nella risposta n. 26/2025, pubblicata il 12.02 scorso. Le attività preparatorie invece, come l’acquisto di materiali, non riattivano le Cilas.
Il decreto Cessioni ha introdotto, a decorrere dal 17 febbraio 2023 un divieto «all’esercizio delle opzioni per la fruizione con modalità alternative alla detrazione». Un divieto che non aveva effetti su chi, in condominio, alla data del 16 febbraio aveva approvato una delibera assembleare per licenziare i lavori.
I contribuenti che hanno inviato il quesito si trovano proprio in questa situazione. Anche se su di loro agisce un secondo limite: quello imposto dal decreto 39/2024, in base al quale le deroghe allo stop alle cessioni non operano per gli interventi per i quali, al 30 marzo 2024, «non è stata sostenuta alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori già effettuati». Questa clausola serve a disattivare le Cilas dormienti, cioè i titoli depositati e tenuti fermi, in attesa di far scattare la cessione del credito.
L’interpello chiarisce alcuni dubbi e spiega che la locuzione «lavori già effettuati» si riferisce all’esecuzione di interventi edilizi, «escludendo, dunque, a titolo esemplificativo, le spese professionali nonché quelle sostenute per il pagamento degli oneri di urbanizzazione, per il pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico, per l’ottenimento delle autorizzazioni amministrative». Non consentono, inoltre, di accedere alla deroga «neanche le spese relative ai servizi tecnici propedeutici all’inizio dei lavori e le mere attività preparatorie del cantiere (ad esempio, per l’acquisto dei materiali o l’installazione di ponteggi), in quanto tali spese non afferiscono ad un intervento realizzato nella sua consistenza strutturale».
Più estensiva la linea sui soggetti che possono effettuare i pagamenti. La condizione richiesta dalla legge è soddisfatta «anche quando le spese per i predetti lavori siano state pagate, nell’ambito di un contratto di appalto, da un soggetto diverso dal committente beneficiario della detrazione (l’appaltatore principale o eventuali subappaltatori)». Anche se il pagamento deve riguardare una fattura legata ai lavori. Quindi, l’opzione per lo sconto o per la cessione del credito potrà essere esercitata anche dal committente che si avvale di un appaltatore (ad esempio, di un contraente generale) «il quale, nonostante abbia pagato alla data del 30 marzo 2024 ai subappaltatori una parte dei lavori effettuati, non abbia entro tale data emesso fattura nei confronti del committente in relazione ai medesimi lavori».